Daily Archives: 14 Aprile 2015

Sociale e solidale

La vista è un bene prezioso per tutti.
Per questo i nostri ottici sono impegnati costantemente a fianco di organizzazioni umanitarie per aiutare le persone meno fortunate, fornendo aiuti economici, professionali e di materiali.

Ridare la luce.

“Ridare la luce” è un progetto ideato, finanziato e realizzato da A.F.Ma.L che si propone, attraverso interventi mirati agli occhi, di risolvere il problema della cataratta, patologia che colpisce gran parte della popolazione africana riducendola alla cecità. Nell’Africa sub-sahariana, infatti, la cecità rappresenta una grossa emergenza non solo sanitaria, ma anche sociale che colpisce circa 2 milioni di persone. Molte di queste non hanno la possibilità di ricorrere alle cure mediche e chirurgiche e ciò determina, a lungo andare, patologie come la cataratta, tracoma, il glaucoma, l’oncocercosi e la xeroftalmia. Disturbi che sono amplificati da carenza alimentare, acqua non potabile, condizioni climatiche e biologiche disagevoli.

Per saperne di più: www.afmal.org

loghiAer

La Pesca del Cuore.

Nata da un’idea di Carlo Conti, dal 2008, l’associazione si prefigge di raccogliere fondi da devolvere alla Fondazione Niccolò Galli (www.niccoclub.it) per sostenere attività a supporto delle persone diversamente abili.

GreenVision è, da 4 edizioni, main sponsor della manifestazione.

Loghi_pesca

Ray Ban collezione 2015

LE ICONE DELLA STORIA RAYBAN “ AVIETOR CLUBMASTER WAYFARER”
Le leggende non nascono da un unico atto originario, ma dallo stratificarsi di elementi che le rendono storie sempre attuali da raccontare. Questo vale per gli occhiali iconici Ray-Ban, come gli Aviator. Solo nel 2014 sono stati indossati da celebrity e attori in tutto il mondo. E da milioni di persone comuni. Eppure hanno quasi 80 anni.
L’origine, come facilmente intuibile dal nome, è funzionale. Fornire agli aviatori americani degli occhiali da sole ergonomici (da qui la forma a goccia) che schermassero la luce dei raggi solari ad alte quote. Viene studiata una leggera montatura in metallo dotata di lenti verdi, che diventeranno simbolo dell’Aviator. Nel 1937 viene registrato il marchio, Ray-Ban, letteralmente scherma raggio. Da allora la leggenda non ha smesso di crescere.
L’estrema funzionalità fa guadagnare loro la nomina a “occhiali” di ordinanza per l’US Air Force durante la seconda guerra mondiale. Da qui, materialmente, arrivano in Europa e in Asia, contribuendo a diffondere l’immagine del sogno americano. Il cinema (li mettono Gregory Peck e Clarke Gable) fa varcare agli Aviator i limiti dell’area militare, trasportandoli verso l’immaginario del sogno, ma anche nel tempo libero. Le prime versioni, insieme a quelli da aviatore, sono per pescatori e gente che sta all’aria aperta. Ovvio, se devi ripararti dal sole. Ma presto anche i confini d’uso vengono superati, con gli anni ’60. Adottati da cantanti e musicisti diventano simbolo di una generazione ribelle e anti-conformista, da Jim Morrison a Lou Reed, attraversando generi musicali e temperamenti personali. Pensare che erano nati ad uso militare! Cantanti e rockstar li fanno diventare accessori di moda, per cui arrivano le declinazioni più diverse: colorati, a specchio, più ampi, di diversi materiali.

ray-ban
Negli anni 80 gli Aviator vivono un formidabile successo, grazie al film Top Gun dove i due avversari, Tom Cruise e Val Kilmer, si sfidano nei cieli e in terra e sono diversi per indole e fisicità, uniti solo nella passione per gli stessi occhiali da sole.
Negli anni 2000, arrivano gli Aviator da vista. Oltre ai generi e gli usi , Ray-Ban supera il proprio Dna: non solo accessorio scherma-raggi solari ma anche supporto per la vista. Che dire? Solo le leggende sanno superare se stesse.
I Clubmasters rappresentano un classico nel mondo dell’eyewear, proprio grazie ai tratti distintivi della montatura. Segni particolari: l’accento sulla parte superiore dell’occhiale, quella che si sovrappone al sopracciglio.
Questo particolare tipo di montatura, detta anche browline, risale agli anni 50, decade in cui venne adottata da capi di stato e intellettuali. Malcom X è sicuramente il più celebre dei volti incorniciati da questo specifico modello. Per aver rappresentato l’autorità e un certo clima sociale, negli 60 e 70 – gli anni della contestazione e dei capovolgimenti culturali – i browline vengono trascurati a favore di modelli più alternativi come i Ray-Ban Aviators o Wayfarer. Tornano però in auge negli anni 80, grazie a serie televisive e film che costruiscono anche sugli occhiali lo spessore e la credibilità dei personaggi.
Proprio negli anni 80 nasce il Clubmaster di Ray-Ban. In dieci anni conquistano pubblico e celebrità, tanto che negli anni 90 sono co-protagonisti di ben tre film: si vedono su Kevin Costner in JFK (1991), su Denzel Washington in Malcom X (1992) e su Michael Douglas in Un giorno di Ordinaria Follia (1993), indimenticabile nei suoi occhiali dal vetro incrinato e lo sguardo perduto. Grazie a questi film, i Clubmasters si spogliano del loro carattere ingessato e si impossessano anche di una vena fuori dagli schemi: ecco che diventano la divisa di chi pensa in modo diverso, come i geek, i secchioni che faranno la rivoluzione tecnologica.
Con tutto il loro appeal rétro e insieme visionario, negli anni 2000 riacquistano grande visibilità e un nuovo pubblico, quello che ama un modo di vestire impeccabile, definito dal tocco finale dei Clubmaster.
Diventati ormai un’icona, al pari di Aviator e i Wayfarer, Ray-Ban li ha celebrati nel con una versione Alluminium – con finitura in alluminio opaco, e una Folding –con le aste pieghevoli, aggiungendo funzionalità e leggerezza, ma anche eleganza e capacità di trasformarsi al più “impegnato” degli occhiali.
Wayfarer nasce nel 1952: è uno dei primi modelli in acetato e apre una nuova fase nel design di occhiali, dopo l’epoca delle montature in metallo.
Questi i tratti distintivi dell’originale: lenti a forma trapezoidale, aste robuste, e rivetti sul frontale e sulle aste.

ray-ban2

Nel 1955 indossati da James Dean in “Gioventù Bruciata” diventano l’emblema di una adolescenza ribelle e maledetta e simbolo di una generazione.
Nel 1961 i Wayfarer passano da occhiali dall’appeal maschile alla quintessenza dello chic femminile. Indossati da Audrey Hepburn nel film “Colazione da Tiffany”, rivelano l’universalità nello stile e nel genere. Sono il “tubino nero” del mondo degli occhiali.
Non conoscono confini di genere né di “status”: li porta in diverse occasioni pubbliche e private il presidente degli Stati Uniti John Fitzgerald Kennedy.
Musica, cinema, letteratura, arte: i Wayfarer durante gli anni 60 passano con disinvoltura di volto in volto: da Andy Wahrol a Marilyn Monroe, da Henry Miller a Bob Dylan. Con la capacità di accentuare per ognuno il carattere personale: la creatività, il sex- appeal, l’intelligenza, l’impegno.
Negli anni 80 un nuovo successo di Hollywood esplode sotto un paio (anzi due) di Wayfarer: I Blues Brothers, irriverenti e scanzonati, li rendono parte della loro “uniforme”, conquistando moltissimi giovani fan. D’altronde li porta anche il Re del Pop, Michael Jackson: impossibile non associarli alla musica.
A metà anni 2000, il modello originale del 1952 è riproposto in acetato con una rivoluzione di colori: bianco, rosso, celeste o con frontali e aste di colori diversi, l’icona assume toni spiazzanti e re-inventa se stessa, uscendo dal mito con tocchi di humor, leggerezza e ironia.
Nel 2009 Ray-Ban lancia due novità: Wayfarer Rare Prints, nei temi Comics e Button Pins, e l’edizione limitata Wayfarer in acetato con inserti in oro bianco 18 carati. Due le varianti: una con lenti lenti verdi polarizzate; l’altra con lenti polarizzate e a specchio in oro 24 carati. Solo in 7000 pezzi.
Un nuovo vestito per il wayfarer : Ray-Ban Jeans Edition
Andare oltre le regole, le convenzioni e le abitudini è ciò che rende Ray-Ban un’icona innovatrice nel mondo degli occhiali, un nuovo capitolo delle propria evoluzione, grazie all’impiego di un nuovo, inusuale, materiale: il JEANS

rayban3
Il mitico WAYFARER, ancora una volta, cambia veste ed è proposto in questa irrinunciabile versione jeans nei colori: blu, nero, verde, arancione, marrone, viola.
Il materiale protagonista indiscusso è il DENIM ultraresistente, reso tale da strati di polipropilene ed acetato. I due elementi sono fusi attraverso un processo di stratificazione a 200° per garantire un’aderenza assoluta.